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Versión original

Antonio Dikele

El Templo #56 (febrero 2017)
Por Carlota Echevarría
2.003 lecturas

Come è iniziato tutto? Prima di Fuori piove, dentro pure, passo a prenderti? scrivevi già?

È iniziato tutto per caso. Io ho sempre scritto frasi nella mia vita, mi sono sempre appuntato i pensieri su carta e quando non lo facevo e magari scordavo in seguito la frase che mi era venuta in mente ci restavo male. Ho iniziato a scrivere per una ragazza, perchè lei mi diceva che nei messaggi che le inviavo trovava delle frasi bellissime e una sera mi disse "perchè non provi a scrivere un libro?"

Sei passato da autopubblicarti a una delle case editrici più importanti d’Italia. Come è successo? Hai avuto offerte da altre case editrici?

Io sono una persona molto fortunata. Il libro autopubblicato lo lesse una giornalista che poi lo consigliò a Mondadori, e subito dopo loro mi contattarano ed io accettai subito preso dall'entusiasmo.

Quale è stata l’idea che ha dato vita a Prima o poi ci abbracceremo?

Il fatto che in quel periodo della mia vita io fossi sempre in treno. Stavo promuovendo il libro nuovo e quindi ero sempre in giro per l'Italia, prima o poi ci abbracceremo è nato così, tra un viaggio e l'altro.

Sappiamo che Fuori piove.. è molto autobiografico. Cosa c’è di te in Prima o poi ci abbracceremo?

Di me ci sono i sentimenti, i pensieri, i ragionamenti e anche le reazioni dei personaggi. In questo libro c'è più il mio lato emotivo.

Perché Prima o poi ci abbracceremo? e non Prima o poi ci baceremo?

Perchè l'abbraccio è un gesto universale.

I protagonisti dei tuoi romanzi devono superare il disinnamoramento. Cosa diresti a una persona con il cuore rotto?

Che comunque la vita continua, che soffrire è necessario. Spesso dimentichiamo che l'amore non è meritocratico, che non garantisce nulla ed è "giusto" anche se può suonare strano, che due persone ad un certo punto si lascino.

 

Il tuo ultimo romanzo, Chi sta male non lo dice, è uscito in Italia a settembre. Puoi raccontare ai lettori spagnoli di cosa parla?

Chi sta male non lo dice racconta una storia di periferia. Racconta il quartiere dove sono cresciuto da piccolo e la storia di una ragazza di nome Ifem, che ha perso la madre in un incidente stradale e si è convinta per una vita intera che con la forza dell'amore potesse cambiare le persone.

In Fuori piove... parli dei problemi che il razzismo ha portato nella tua relazione. Diresti che è stato anche un ostacolo nel momento di iniziare a pubblicare?

Si lo è stato, ma poi davvero ho smesso di pensarci, oggi evito chi mi giudica per l'apparenza, cerco di vivere la mia vita. Di essere felice con quello che ho, non è facile è vero ma al mondo incontreremo sempre persone maleducate che non sanno affrontare un discorso o che si reputano superiori.

Di tutte le esperienze che hai vissuto come autore, quale direi che è stata la migliore?

Sicuramente la mia prima presentazione a Milano. In quel momento ho capito che stavo realizzando qualcosa di concreto.

Quale è il tuo social network preferito per comunicare ocn i tuoi lettori e perché?

Io adoro Instagram, lo trovo meno volgare di Facebook.

Fuori piove.. è stato tradotto in spagnolo e in greco. Hai avuto rapporti con i lettori di questi paesi?

Molti lettori spagnoli mi hanno scritto, io però non so la lingua e quindi usavo il traduttore. Ora imparerò lo spagnolo anche per poter comunicare meglio con loro.